Infili la mano in un barattolo di fagioli, mentre le dita sprofondano tra i legumi ti tornano in mente i ciottoli colorati di una spiaggia della Corsica.
Ne scegli uno, ti sposti verso la luce e lo osservi.
Piccolo.
Elegantemente striato.
Venature di viola disegnano la sua superficie lucida.
Lo rigiri tra le dita.
Il piccolo legume ti trascina con prepotenza in un ricordo.
Ecco, ora vedi tuo nonno che fuma la pipa, il viso di tua madre da giovane, sulla destra una stufa a legna,la nonna con il viso arrossato che sparecchia la tavola imbandita a festa disseminata di bucce di mandarino e gusci di arachidi.
Lo zio apre un armadietto e tira fuori la tombola insieme ad un sacchetto di fagioli .
Torni ad osservare il seme sul palmo della tua mano, ammiri le sue venature , uniche quanto lo le tue impronte digitali.
Il piccolo ortaggio resta immobile sotto la luce tremula della lampada a fluorescenza, rannicchiato come un bimbo nella culla, vorresti metterlo su un letto di ovatta umida come avevi fatto in seconda elementare durante l'ora di scienze.
Ti ricordi lo stupore nel vedere di punto in bianco la cuticola rotta e un timido germoglio uscirne fuori alla ricerca del sole.